lunedì 13 febbraio 2012

Ferite di guerra

Ci sono delle canzoni e dei personaggi che ti ronzano nella mente quando i dubbi e le perplessità angosciano...Io ho una canzone che "mi perseguita", oserei dire che si prende cura e gioco di me contemporaneamente .

Ci son cose nel silenzio che non mi aspettavo mai...

Io, lo devo dire, ho un luogo dove vado non per andare a trovare una persona, perché quella persona è il mio angelo custode, ce l'ho accanto, no, vado in quel posto per ricordare a me stessa che ho superato di peggio. Perché a quel peggio difficilmente potrò arrivare. Quel posto è il cimitero. Ed esattamente
la tomba di Yvonne. Ogni cosa confrontata a quel dolore è nulla ed io mi sento risollevata ogni volta che pulisco quel freddo marmo e deposito dei lilium... ne torno a casa come ristorata. E' come il mio "santo graal", semplicemente perchè quel marmo scandisce la mia fine e il mio inizio, perché il mio mondo di oggi è quasi totalmente diverso dal mio mondo di ieri, e qualsiasi cosa, paragonata a quello che quel marmo rappresenta è leggera come potrebbe esserlo una piuma...

E' per questo che anche di fronte alla totale incertezza del momento mi sento forte, sento di potercela fare.Proviamo a guardare le nostre ferite come trofei di guerra... e forse la vita avrà la sua leggerezza...

10 commenti:

  1. Un post molto toccante e che fa riflettere... grazie per averlo condiviso! Ti abbraccio forte...

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    1. grazie a te per averlo letto..ricambi l'abbraccio

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  2. un momento di riflessione che vale una carica di energia pazzesca...

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  3. mammadifretta, è vero che le nostre ferite spesso ci fanno solo pensare alla fatica provata, o al dolore, o alla rabbia. invece sono montagne scalate, mari attraversati per arrivare a spiagge nuove.
    cambiare prospettiva non elimina il male che è stato, ma ce lo fa apprezzare come motivo per conoscere e apprezzare la nostra forza.
    ti abbraccio, e grazie davvero per aver diviso quiesto pensiero!

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  4. Ti voglio bene. Tanto. Profondamente.
    Tutto qui.

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  5. DA QUI, TESORO, SONO ARRIVATA, GRAZIE A TE, ANCHE ALLA STORIA DI NATHAN (SI SCRIVE COSì, NON LO TROVO GIA' PIU'?)ADESSO NON RIESCO A CAPIRE NEANCHE COME CI SONO ARRIVATA, MA E' CHE OGNI VOLTA CHE APRO LA ''TUA PORTICINA'', DEVO SEMPRE SAPERE CHE MI SERVE TEMPO SIA PRIMA CHE DOPO PER RIPRENDERMI, MA DI CERTO NON TROVO NE' BANALITA', NE' ARGOMENTI CHE NON SIANO ALMENO, ALMENO COINVOLGENTI (CHE IO CI SIA PASSATA O NO); OGNUNO VIVE COSI' INTENSI MOMENTI BELLI O BRUTTI, NELLA PROPRIA VITA...MA TU CI FAI ENTRARE, SIA PERCHE' CI PERMETTI DI LEGGERTI, SIA PERCHE' CI PRENDI PER MANO E SUBITO INIZIA UN PERCORSO ''GUIDATO COI SOSPIRI LE LACRIME ED I SORRISI(ANCHE, PERCHE' NO?)'', ALL' INTERNO DEL TUO CUORE; GRAZIE, DONA.

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  6. Quanta saggezza nelle parole: "Proviamo a guardare le nostre ferite come trofei di guerra... e forse la vita avrà la sua leggerezza..."
    Non si può aggiungere nulla senza sciupare il significato di ciò che hai scritto tu, Maria Pia.
    Ti abbraccio.
    Maris

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