lunedì 22 novembre 2010

La solitudine di un aborto.Storia dall'isola che non c'è......

la l'e-mail di Beatrice mi è arrivata oggi, è una mail profonda...
Ecco, era questo che volevo dallo Spazio libero di mammadifretta.
Storie che altrimenti non sarebbero mai state raccontate....E in questo novembre, che a Palermo dovrebbe odorare di gelsomini...Ecco.
questa storia è successa a Beatrice più


o meno 7 anni fa. A Palermo.


Ho due bambini, V. 6 anni e S. 3, averli non stato facilissimo,

perchè sia prima dell'uno che prima dell'altro ci sono stati due aborti

spontanei......

L'aborto di per se' è già un'esperienza traumatica, anche perchè finchè non lo

provi sulla tua pelle, è sempre qualcosa che credi succeda solo agli altri, poi

ti ci ritrovi dentro ed è tutt'altra storia ......certo oggi ho due bambini

splendidi, ma tu lo sai meglio di me, che una grande gioia, non deve e anche

volendo non può far dimenticare un immenso dolore.......quello ti rimane

dentro, si incistisce in una parte del tuo cuore e rimane latente pronto ad

esplodere con tutta la sua forza al primo richiamo di una parola o di un

ricordo.

Non è stato facile rimettermi in sesto dal punto di vista emotivo, ma ancor

più difficile era ammettere la mia rabbia, io ero arrabbiata, con il mondo, ma

ancor di più con i medici, con le infermiere perchè mi hanno lasciata da sola

nel momento più brutto della mia vita ......

Sono stata ricoverata una mattina, sapendo che avrebbero fatto un

raschiamento, in quel giorno completavo il primo trimestre, ma all'ultima

ecografia non c'era più il battito cardiaco del bambino.....ero consapevole di

tutto, triste, rassegnata, volevo solo che si sbrigassero per mettere fine a

quell'inferno.....pensavo ora mi addormentano, e al mio risveglio sarà tutto

finito.......

E invece .....ancora non mi spiego il motivo .....mi provocarono il travaglio

......cinque ore d'inferno .......piangevo, non urlavo perchè trattenendo il

dolore trattenevo a me l'idea di quel bambino che non c'era più ..... e il

tempo passava, e mi dicevano la sala operatoria è impegnata abbiamo un parto

d'urgenza .....ed io soffrivo le pene dell'inferno e le infermiere quasi mi

deridevano perchè non era possibile che stessi così male ......un anno dopo

ebbi V., e provai le contrazioni, quelle non indotte ...erano una

passeggiata di salute a confronto....

Verso le 13.00 mi portarono in sala travaglio ....e lì mi lasciarono

completamente sola, non fecero entrare mio marito, non fecero entrare mia madre

....nessun medico o infermiera per più di un'ora ...poi venne il mio ginecolo

che seduto ai piedi del mio letto mi disse, "asseconda la contrazione, non

trattenere anzi spingi" ero in lago di sangue, e mi dicevano di avere pazienza

perchè la sala operatoria era impegnata, accanto a me, un'altra povera

sventurata a cui era toccata la stessa sorte ...lei urlava, urlava come un

ossessa, e forse questa è stata la sua fortuna perchè finalmente alle 14.30 la

sala operatoria fu finalmente libera, ma era solo una disponibile e noi eravamo

in de a dover fare i lraschiamento, così il genio del medico di turno venne da

noi sorridendo (perchè tanto era un momento bello per tutti) e pensò bene di

dirci: "Allora, signore, c'è solo una sala operatoria libera, chi di voi due

soffre di più? " A suo giudizio non ero io la "fortunata" e quindi entrò

l'altra ed io stetti altri venti minuti o giù di lì sola con il mio dolore....

E questo è quanto ......

Triste, si , anche perchè basterebbe davvero poco, una parola, un minimo di

considerazione, ma forse chiedo troppo....

Grazie Beatrice...

3 commenti:

  1. Leggere il tuo racconto Beatrice mi ha riportato indietro nel tempo, ho vissuto la tua stessa esperienza, per ben due volte, purtroppo, anch'io sono stata lasciata sola, col mio dolore, tra la freddezza del ginecologo e dell'anestetista... sono dolori che ti porti dentro per sempre, cicatrici indelebili che bruciano nel cuore, anche un semplice ricordo o parola come dici tu, o semplicemente, alla domanda da chi non sa: "ma cosa aspetti a farne un altro?", quando tutto dipenda da te e invece... anche adesso parlarne mi fa male, ma credo che sia utile esternarlo e renderci conto di quanto siamo fortunati ad avere avuto il dono di essere mamma... forza!

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  2. che parole toccanti.. Un'esperienza devastante.. Grazie di averla condivisa con noi..

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  3. Avevo invitato bea a rispondere ai commenti, ma ha deciso di non farlo, per lei rivivere que momenti è molto doloroso,la ringrazio infinitamente per il suo racconto, e grazie a voi per i commenti.

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