Da sette anni lavori come insegnante di sostegno nella scuola primaria sarda. Esattamente di cosa ti occupi?
“Sono innanzitutto un’insegnante che si occupa di educazione-formazione e nello specifico il mio lavoro è finalizzato all’integrazione scolastica dei bambini con bisogni educativi speciali. Attualmente opero in una scuola come docente specializzata nel sostegno. In stretta collaborazione con Tiziana, carissima collega specializzata, e insieme alle docenti delle classi, quotidianamente mi adopero per trovare le strategie didattiche più idonee ed attuare le azioni migliori atte a facilitare il processo di apprendimento di tutti gli alunni e in particolare di quelli meno fortunati. Nell’anno scolastico 2000/01, da insegnante comune e senza specializzazione, accettai il primo incarico su posto di sostegno per seguire il caso di una bambina con una disabilità importante. Fu come un’avventura, una grande sfida, una preoccupazione quotidiana per la paura di non essere in grado di aiutare la piccola a superare le difficoltà, migliorare le abilità carenti e le sue competenze. Nei primi tre anni ho avuto la fortuna di incontrare persone molto competenti: colleghe ed esperti che mi affiancavano e su cui potevo contare! Tuttavia a me mancava quella preparazione di base richiesta ad un professionista che si occupa del delicato compito dell’integrazione/inclusione scolastica e sociale di un disabile (legislazione, pedagogia speciale, didattica speciale, pedagogia della famiglia…). La svolta decisiva è avvenuta nel 2006 all’Università di Cagliari dove con una tesi su ‘L’arteterapia in educazione’ con grande fatica, dato che lavoravo e studiavo, ho raggiunto il tanto desiderato traguardo, ossia, essere un’insegnante specializzata per l’insegnamento ai bambini disabili nelle tre tipologie: non vedenti, non udenti e disabili psicofisici”.
Hai due alunni con problemi gravi: uno affetto da autismo infantile e l’altro con sindrome di Moebius. E’ vero?
“Sì, attualmente seguo due casi particolari e molto differenti l’uno dall’altro. L’autismo è una malattia sempre più diffusa e forse la più raccontata nella letteratura mondiale, nei film, nei giornali, talvolta in toni tinti di rosa. Li hanno chiamati bambini pesce, bambini della luna, tanto appaiono misteriosi: questi bambini hanno eretto un muro tra se stessi e il mondo che li circonda! E’ un tema che affascina molto! La Sindrome di Moebius è una rarissima patologia caratterizzata da paralisi dei nervi. Quasi sempre con conseguenze fisiche e per fortuna con meno danni a livello cognitivo. A prescindere dalle caratteristiche delle malattie, per me ciò che conta come insegnante è riuscire a valutare le potenzialità presenti e, quindi, rispondere in modo il più possibile preciso a queste due domande: quali sono i punti di forza di questo alunno? Quali i suoi punti di debolezza? Come vedi[..] non è solo il giornalista che pone domande. L’insegnante vive di interrogativi quotidiani, li pone agli altri ma anche a se stesso, e solo in questo modo può programmare interventi adeguati alle diverse situazioni che si trova ad affrontare”....
leggi l'intervista integrale su "la voce del nisseno"
..e coi tagli che ci sono ho sempre più paura per i nostri bimbi...
RispondiEliminagià, la situazione è davvero assurda...
RispondiEliminaGrazie, buon lavoro! Questa era la roba che dovevo avere.
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