lunedì 13 gennaio 2014

Il mio eremo interiore.

Ci sono cose che a volte sembrano finire, ma poi tornano. E tornano con tanta veemenza che non puoi fare a meno di accoglierle, con gioia. E magari ridere due giorni all'idea, di cambiare idea continuamente.

Un po' di tempo è passato, un pò di acqua sotto i ponti anche. Abbiamo cambiato casa e regione per l'ennesima volta, dato vita a progetti, imparato ad amare l'arte astratta di kandinsky e a trovare il sorriso e la felicità nelle piccole cose.

Il Rock Dei Queen e degli U2 ha preso il posto di Beethoven, e danziamo al ritmo dell'aria nonostante tutti e nonostante tutti, abbiamo l'essenza della vita. Che sta soprattutto nell'amare e nel dare, quello che hai, quel poco che ormai ci è rimasto, se lo mettiamo insieme diventa tanto.

Avere delle amiche con cui condividere i fardelli reali e immaginari, con cui amare i figli e in questo amare noi stesse. Amiche di carne di quelle che puoi abbracciare e baciare.

La regalità di una donna che poggia un bambino nella culla supera quella di qualsiasi regina.

Educare e Amare: binomio di Trascendenza, dal quale ci siamo allontanate e al quale desideriamo, ardetemente tornare, se solo avessimo il coraggio di abbandonare la certezza a favore dell'incertezza. Una meravigliosa incertezza che significa vita in divenire.

Insomma, sei mesi nel mio eremo interiore mi hanno fatto bene. Imparare a vivere il presente. un pò come nel film YES MEN imparare a dire di sì a tutto, magari col rischio di sbagliare e godere in eccesso, ma sicuri che il destino ci mette sempre una pezza.

E volare senza fatica, con ali d'aquila-

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