lunedì 26 novembre 2012

Conciliazione lavoro-famiglia un problema solo femminile?

Ci sono certi problemi che stanno sempre lì a frullarti in testa. Magari ne senti parlare in giro, una parola tu una parola io... il primo passo contro la violenza è il lavoro.
Mai cosa fu più vera.
Allora perché un giorno "antiviolenza" e  non politiche che aiutino la donna ad esprimere la sua personalità e professionalità nel lavoro, quello vero?
Le statistiche parlano chiaro e ci sono più donne laureate che uomini. Ma i posti dirigenziali sono occupati per la stragrande maggioranza da donne.

Perchè??

Analizziamo la vita di una donna.

Fin da adolescente, spesso,si viene responsabilizzate nei confronti dei fratelli più piccoli. Se mamma lavora
si cresce più in fretta.

Supponendo, in una visione che definirei quasi utopica, che subito dopo la laurea, intorno ai 25 anni, si trovi lavoro.

L'indipendenza è forse un battito d'ali, perché all'arrivo di un bambino per la società italiana smetti di essere lavoratrice, donna e sei solo MAMMA.

So che questa definizione vi può sembrare provocatoria, ma dal momento in crisi concretizzano le due lineette sul test la strada appare tutta in salita.
Ho letto in alcuni post che molto del lavoro che si fa fuori lo si può fare da casa. Cosa in parte vera, ma non tutte, anche se laureate fanno un lavoro da PC, la dottoressa, l'infermiera, l'insegnante, l'operaia, l'operatrice sociale...richiedono presenza fisica. E allora è davvero difficile anche solo pensare ad un'ipotesi di conciliazione.

Se guardiamo ai paesi europei emerge un dato che accomuna tutti, e che secondo me è sintomo di arretratezza...

In Germania, come in Italia, il caregiving è affidato prevalentemente alla madre.
Ecco, credo che il nodo sia proprio questo.
Fin quando culturalmente un figlio è "della mamma" e non "dei genitori" allora sarà come lottare contro i mulini a vento.

Perché la quantità delle ore di permesso per la malattia dei figli (non retribuito) è ridicola (5 all'anno per figlio).

E qui mi viene in mente una frase spesso citata "per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio", cosa significa? Significa che il vero problema dello stato Italiano sta proprio nel delegare alla donna le responsabilità. Perché prima ti occupi dei figli, e poi dei genitori, quando sono troppo anziani per essere autonomi.
Il vero problema è che non c'è ancora un vero riassortimento dei ruoli di genere , che coinvolga la famiglia.

Perché potrei dire "teniamo le scuole materne aperte fino alle 20", ma non avrebbe senso, perché la famiglia vivrebbe un equilibrio di una precarietà devastante.
Quello che penso è che la conciliazione non dovrebbe essere un problema da donna, ma che, per legge, debba ricadere in ambedue i genitori e che come in Svezia sia Obbligatorio il concedo di paternità.
Solo in questo modo la voce delle donne avrà la stessa risonanza di quella degli uomini, e il problema figli e conciliazione diventa più leggero. E le opportunità diventano PARI. Davvero.
Poi mi aspetto più sostegno alla famiglia, ma di questi tempi pare più una visione utopica della realtà.


4 commenti:

  1. la domanda mi nasce spontanea: quali uomini accetterebbero di rinunciare alla loro carriera per stare a casa ad accudire un bambino?
    Lo sanno benissimo quanto sia stancante e snervante, non credo che saranno in tanti ad accettare l'eventuale permesso di paternità. forse a loro(maschi italiani) fa davvero comodo così.

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  2. apposta parlo di obbligo, cosi non devono decidere :)

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  3. hahaha si obblighiamoli tutti :-) prima o poi ti farò parlare, con mio marito e tutta la sua famiglia, volendo tutto il paese qui al sud i figli sono della mamma e tu che sie del sud come me lo sai bene, se non cambierà la mentalità non cambierà nulla, ai voglia a parlarne purtroppo!

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  4. e infatti il post è su quella mentalità, che ti assicuro non appartiene solo al sud!!

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