Tanti sono secondo il ministro Tremonti, ma non è così. Questo numero, infatti, è solo la somma delle prestazioni fornite agli invalidi, dal momento che in molti casi le prestazioni appunto si sommano: ad esempio pensione di invalidità e indennità di accompagnamento. Perciò in realtà il numero complessivo di invalidi civili è di circa 2 milioni.
Grande enfasi è stata posta sulla scoperta di falsi invalidi (i casi eclatanti dei "ciechi che guidano", per fare un esempio), ma forse è utile sapere che in tutto (fonte INPS 2009), i ciechi assoluti che percepiscono la pensione (277,57 euro) sono soltanto 40.614. Salgono a 50.376 se si contano i ciechi assoluti che percepiscono l’indennità di accompagnamento 783,60 euro, a riprova che solo 10.000 ciechi assoluti superano il limite di reddito previsto per ottenere la pensione. Quale grande risparmio sarebbe mai possibile incidendo su questi numeri?
273.726 assegni di invalidità
Tanti sono quelli erogati nel 2009 a invalidi civili compresi fra il 74 e il 99%. La Manovra interviene sulla percentuale minima di invalidità richiesta per la concessione dell’assegno: viene elevata all'85% a partire dal 1° giugno [oggi, N.d.R.] e sarà applicata solo alle nuove domande. Rimangono fermi gli altri requisiti reddituali e di inoccupazione.
Con questa disposizione non si colpiscono i disabili "più gravi", ma sicuramente quelli che attualmente hanno meno tutele, meno garanzie. Persone escluse dal mondo del lavoro e comunque con un reddito personale bassissimo, già sottoposte a requisiti molto stringenti. Per intenderci: una persona con l’80% di invalidità, disoccupata e priva di reddito, non avrà più diritto all’assegno mensile di assistenza, a meno che non ne sia già in possesso. Si tratta di un danno notevole per i singoli, senza un effettivo impatto positivo sui bilanci dello Stato.
«Facciamo due conti - e cito una puntigliosa analisi di Carlo Giacobini, apparsa in questo stesso sito [la si legga cliccando qui, N.d.R.] -. Nel 2009 i titolari di assegno mensile di assistenza erano 273.726, la percentuale richiesta 74-99%, l’importo mensile 256, quello annuale 3.328. Dal primo giugno 2010 si eleva la percentuale minima all’85%. Supponiamo per assurdo che - di punto in bianco - ci siano 50.000 nuovi casi in un anno (cioè oltre il 20% dell’attuale universo) e che a tutti questi casi venga riconosciuta un’invalidità inferiore all’85%. In questa ipotesi il risparmio sarebbe di 166.400.000 euro (50mila x 3.328 euro). Ovviamente non è pensabile che le domande siano 50.000: negli ultimi anni, infatti, si sono registrati mediamente fra i 10 o 15.000 nuovi casi l’anno. Non è credibile nemmeno che tutte le percentuali di invalidità riconosciute siano inferiori al 85%. Quindi 166 milioni non sono raggiungibili neanche lontanamente». E infatti una stima forse realistica parla di un risparmio possibile di 30 milioni di euro.
7.000 euro
Questa cifra corrisponde al costo medio di una causa civile, intentata come ricorso per aver visto decurtata o annullata l’erogazione di una prestazione per invalidità. Al momento sono pendenti 400.000 cause di questo genere. Il giro d’affari è dunque enorme, 2 miliardi e 800 milioni di euro. Inutile dire che molto spesso lo Stato soccombe ai ricorsi e deve ripristinare le indennità o le pensioni soppresse.
2.500 euro
Questo è il costo medio mensile per il mantenimento di una persona con disabilità non autosufficiente, in ambito familiare. L’indennità di accompagnamento (480 euro) incide dunque per meno del 20 per cento sulla spesa complessiva.
0 euro
È la cifra in bilancio quest’anno per il Fondo per le Non Autosufficienze (erano 400 milioni per il 2009). Gli stanziamenti regionali compensativi sono disuguali sul territorio nazionale e comunque cresce rapidamente la partecipazione alla spesa per servizi da parte delle famiglie.
Per finire
L’aumento delle prestazioni agli invalidi civili sta diminuendo negli ultimi anni. Nel 2008 le prestazioni erogate sono aumentate del 5,9% rispetto all'anno precedente. Nel 2009 l'aumento è stato del 4,5%. Il trend è in calo (fonte INPS, Relazione Annuale 2009, pagina 165). Dunque: tanto rumore per nulla. O quasi. Ma chi davvero non potrà più accedere a prestazioni minime come la pensione o l’assegno di invalidità, sarà vittima di numeri falsi, di numeri diffusi volutamente per convincere un’opinione pubblica distratta e stanca.
I numeri che non ci sono
Manca una seria analisi dei dati economici relativi alla povertà delle persone con disabilità. Se è vero che è nettamente maggiore il numero di pensioni di invalidità al Sud, questo significa anche che al Sud una persona disabile non trova lavoro e dunque, a parità di certificazione corretta, ha diritto alla pensione.
Al Nord il livello di occupazione delle persone disabili è nettamente superiore, ma questo dato non viene mai citato. Si preferisce il luogo comune della "disonestà meridionale". Senza contare, come ha argomentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (sic!) Gianfranco Miccichè: «A un'area, quella del Nordest, già piena di imprese, si è consentito di non pagare tasse, perché per 20 anni non si è fatta una sola indagine fiscale; contemporaneamente, in Sicilia, piuttosto che meccanismi strutturali di compensazione alla disoccupazione, si è permessa la facile concessione dell'invalidità civile, oltre al contributo a fondo perduto a chi faceva impresa creando una mostruosità di incompetenza imprenditoriale».
E soprattutto manca, al termine della manovra, una stima realistica del risparmio effettivo. Ma il danno di comunicazione è enorme, e durerà nel tempo.
http://superando.it/content/view/6012/112/
Come sempre ciò che passa dai media è manipolato dal "regime" in cui ci troviamo
Venerdì ho visto una puntata de "la grande storia" su Rai3, il titolo era "PROPAGANDA" ...si parlava della manipolazione dei mezzi di stampa e delle radio durante il regime fascista...e ho avuto la pelle d'oca...a voi le considerazioni al riguardo.
E se non trovate più il mio blog, vorrà dire che mi hanno arrestato. Vi penserò!!!!
aggiungo un commento, ma non sarò precisa ed esaustiva come te.
RispondiEliminaci sono persone che conosco che hanno sfortunatamente contratto malattie invalidanti, che peggiorano di anno in anno la qualità della loro vita. faccio notare che, con un reddito basso (facciamo 1000 euro al mese), la pensione non viene erogata perchè si supera il reddito massimo. in pratica queste persone prima dovrebbero ritirarsi dal lavoro, e solo dopo un anno potrebbero avere il reddito abbastanza basso per avere diritto alla pensione. assurdo. il tutto mentre i parlamentari hanno diritto alla pensione con un paio d'anni di servizio alle spalle.
la situazione è disastrosa, polly...e a pagare sono sempre i più deboli,e non le autoblu, per esempio.
RispondiEliminaIl bello e brutto dei numeri è proprio quello, puoi leggerli secondo il tuo comodo, sono le persone soprattutto quelle disabili che non hanno questa possibilità.
RispondiEliminagià, ormai la matematica è un'opinione!
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